lunedì 3 aprile 2017

L'ETERNA STAFFETTA PARTIGIANA, ESTRATTO DAL LIBRO AGATA

La signora Clementina, infatti, aveva un padre partigiano e aveva chiesto di poter partecipare anche lei, di dare il suo contributo. Inizialmente il padre non ne voleva sapere ma poi, vista l'insistenza della figlia, con gli altri capi partigiani aveva deciso di affidarle dei compiti da staffetta partigiana: in sella alla sua bicicletta la signora Clementina, nome da partigiana Osvalda (Agata non aveva mai capito perché i partigiani, molte volte, si fossero “battezzati” con nomi tanto assurdi) portava messaggi cifrati, recapitava pacchetti, forniva notizie.
Non era un compito facile, perché doveva pedalare anche in montagna, e soprattutto era pericoloso perché c'era sempre il rischio di essere perquisita e fermata dal nemico, cosa che, però, non avvenne mai. Forse per il suo aspetto gracile, che la faceva sembrare più piccola di quanto non fosse, al nemico non doveva sembrare possibile che quella bimbetta costituisse un pericolo.
La signora Osvalda era fiera di ciò che faceva e nonostante il pericolo, o forse proprio per quello, non rifiutò mai un compito che le era stato assegnato da qualche partigiano. Alla fine della guerra suo padre e gli altri partigiani le resero merito assegnandole un compenso simbolico, una nuova bicicletta e una pergamena, tipo un attestato, che spiegava il suo ruolo nella Resistenza.
La signora Osvalda era felicissima, ma quando si ritornò alla vita di tutti i giorni, capì che la staffetta partigiana era stata solo una parentesi, che ora tutti si aspettavano che le donne tornassero a fare le donne. E basta. Solo che la signora Osvalda non era il tipo da fare “solo la donna”, sicché, mentre cresceva e diventava adulta, mentre era riuscita a diventare maestra, dall'altro non si rassegnò mai alla fine della sua vita da staffetta.
Così, impose a tutti di chiamarla sempre Osvalda e mai più Clementina e con la bicicletta nuova avuta in dono dai partigiani percorreva più volte alla settimana gli stessi sentieri sui monti e in generale gli stessi percorsi che aveva fatto molte volte durante la guerra. Era arrivata al punto di scrivere messaggi per gente che non esisteva, messaggi assurdi che parlavano di appostamenti, munizioni, operazioni segrete...

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