martedì 31 gennaio 2017

ESTRATTO DAL LIBRO-DON ADOLFO E CLORINDA

Ciao a tutti! 
Oggi eccovi un estratto del libro, con protagonista l'amore tra don Adolfo e Clorinda. Buona lettura...il resto sul libro ;)
Agata

Questa storia alla Uccelli di rovo la conoscevano tutti in paese e sotto sotto ne avevano sempre sorriso. Ma quando giunse la notizia che don Adolfo e Clorinda, la sua perpetua sordomuta, erano morti insieme, a poche ore l'uno dall'altro, la gente si commosse sinceramente.
Bisogna sapere che don Adolfo in verità non assomigliava per nulla a Richard Chamberlain, ovvero l'attore che interpretava il sacerdote in Uccelli di rovo e Clorinda non era minimamente paragonabile a Meggie, la protagonista femminile che s'innamora del prete. Erano tutti e due piuttosto bruttini, sui 50 quando accadde il fatto.
Don Adolfo era stato il parroco del paese per molto tempo, prima dell'arrivo di Clorinda, e aveva con sé una perpetua che sbrigava per lui tutte le faccende ma senza dare mai molta confidenza. Più che buongiorno, buonasera, sì, no, non so, forse e arrivederci non diceva. Non ci si ricordava nemmeno il nome, di questa prima perpetua, che era venuta da fuori e che poi se n'era andata a servire un altro prete.
Anche Clorinda, che voleva essere chiamata solo per nome, credendo che signora fosse un appellativo solo per le persone di sesso femminile udenti e parlanti, chissà perché, era venuta da un altro paese e, visto che il parroco era abituato alla “loquacità” della prima perpetua, gli andò benissimo che questa fosse sordomuta, non avrebbe poi notato grandi differenze.
Invece, a dispetto di tutto, le differenze le vide eccome. Per prima cosa, Clorinda, single e senza figli, non parlava con la bocca ma con gli occhi sì. Sorrideva al prete, a gesti gli faceva notare cose accadute in paese cui lui, probabilmente, non avrebbe mai prestato attenzione, sempre cose buffe, per ridere, così che l'esistenza di don Adolfo migliorò sensibilmente.
Anche lui iniziò a notarla. Notò i capelli ancora scurissimi, gli occhi blu intenso, e pazienza se era bassina, cicciottella, con il naso un po' a patata.
Anche lei notò il prete, pure lui bassino, cicciottello, con i capelli radi e in compenso gli occhi tra il verde acqua e l'azzurro, con fossette che spuntavano quando rideva.
Spuntavano spesso, visto che insieme i due ridevano parecchio.
Intanto in paese si mormorava, figurarsi se non si mormorava! Che i due avessero una tresca, un flirt? Anche durante le prediche don Adolfo pareva tutto ringalluzzito, la voce tonante (prima pareva pigolare) camminava veloce (prima pareva sempre sul punto di inciampare) e sorrideva a tutti, anche a quelli che a Messa non ci andavano mai o ai lazzaroni, che non erano pochi e che non sempre corrispondevano con chi non andava a Messa, anzi solitamente si potevano tranquillamente trovare tra coloro che assiduamente partecipavano alle funzioni.
Intanto i mesi passavano, don Adolfo certi pomeriggi leggeva storie da un libro a Clorinda, ora uno ora l'altro, mimando con i segni il testo, oppure si vedevano passeggiare in riva al fiume. Lui portava una canna da pesca, così da far credere che cercava di tirar su trote, ma tutti sapevano che non aveva mai pescato neanche un avannotto in vita sua.
Lei, errore degli errori, era passata dalla “pettinatrice” che non le aveva fatto i capelli blu ma in compenso, anche se lei non parlava, aveva ben intuito-e con lei tutte le altre clienti-perché Clorinda desiderasse apparire più avvenente.
Intanto, anche se fra i due non c'era stato nulla, il paese mormorava. Che avessero una tresca, un flirt?
Clorinda tornava a casa sua, verso sera, quando aveva finito di rassettare la canonica, ma i mormorii erano tali e le occhiate del suo “gregge” tanto esplicite che a don Adolfo pareva di sentire anche di notte, sotto le finestre della canonica, qualcheduno che sussurrasse “Che abbiano una tresca, un flirt?”.

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