lunedì 24 aprile 2017

DI COSA PARLA AGATA COME UN FUNERALE TI SALVA LA VITA


Agata è una donnina che da anni ha deciso di restare isolata dal mondo, fino a che trova sotto la porta un volantino che reclamizza una casa di riposo. Spaventata all'idea che qualche vicino la voglia internare, decide di rientrare in società, partecipando ai funerali. Così, il lettore conosce gente strana e funerali ancora più strambi, impara a conosce Agata e le persone accanto a lei. Tutto da ridere.

Il libro, insieme a Un cane di nome Giuliano, è stato donato quest'anno dall'autrice per l'iniziativa “Un libro per Amatrice” curata da RietiLife, per le popolazioni colpite dal terremoto.

Su www.youcanprint.it, Amazon, Mondadori Store, LaFeltrinelli e store online di libri, scrivendomi a larazavatteri@gmail.com o mi trovate a Mezzana in via 4 novembre 21 (Trento).

Questo libro, come tutti gli altri, partecipa alle iniziative benefiche fino ad ottobre, con 1 euro accantonato su ogni copia. Beneficeranno dei fondi raccolti in primis il Canile di Naturno, poi altri piccoli progetti online o sul territorio che saranno resi noti a fine iniziativa.

Grazie e buona lettura!

Lara Zavatteri-scrittrice-

martedì 18 aprile 2017

AGATA SU SCRITTORI INDIPENDENTI-INFINITI MONDI



Grazie mille a Andrea del sito Scrittori Indipendenti-Infiniti Mondi per avermi ospitato!
Leggete qui
Scrittori indipendenti
Trovate anche il link per comprare il libro su Amazon

Grazie e buona settimana!

Agata

mercoledì 12 aprile 2017

LA SIGNORA OLGA E I CONSIGLI COMUNALI-ESTRATTO DAL LIBRO AGATA COME UN FUNERALE TI SALVA LA VITA

Come promesso, ecco un piccolo estratto dal libro "Agata.Come un funerale ti salva la vita", qui con protagonista la signora Olga che, nonostante l'età, si ostinava a partecipare ai consigli comunali. Ma perchè? Scopriamolo insieme!

Siccome le gambe ancora la reggevano, faceva qualche passeggiata per il vicinato, faceva ancora la spesa da sé, scandalizzata per come i prezzi avevano subito un'impennata-mica costavano così i pomodori, nel Sessanta- le piaceva tra l'altro partecipare al consiglio comunale tanto per far clamore.
La signora Olga non capiva un'acca di quanto discutevano durante la riunione, ma le piaceva sedersi sulla poltroncina della sala, guardarsi attorno-gli altri, costernati, si domandavano cosa ci facesse un fossile del genere in quel posto-ma siccome la signora Olga un fossile non si sentiva, né si sarebbe mai sentita, faceva quello che le pareva. Sempre.
Sicché se ne stava seduta qualche ora, sperando di assistere a qualche zuffa. Non era raro che tra qualche consigliere di minoranza e uno di maggioranza-a volte più d'uno-volassero parolacce, a volte si arrivava alle mani su questo o quell'argomento per cui si avevano visioni diverse, ed erano quei momenti che divertivano la signora Olga. Perché starsene a casa a vedere polizieschi o ricostruzioni di omicidi per televisione, quando poteva vedere dal vivo una rissa, certe volte con qualche bel pugno sul naso? Avrebbe tanto voluto cacciarsi anche lei nella mischia-perché quando accadevano simili incidenti tutti si avvicinavano, un po' per distanziare i contendenti, un po' per dirne quattro anche loro-avrebbe voluto menar colpi anche lei, specialmente a chi non le stava simpatico-quasi tutti-ma sapeva che l'avrebbero messa a sedere in un attimo. Comunque, anche solo sentire parolacce e bestemmie da chi andava in chiesa tutte le domeniche, era già di per sé uno spasso. 


Per avere il libro rivolgetevi a Lara (larazavatteri@gmail.com) o lo trovate su Internet www.youcanprint.it, Ibs, inserendo il titolo, a Mezzana in val di Sole (Trentino) lo trovate in biblioteca da acquistare.  

lunedì 10 aprile 2017

COSE PER CUI ESSERE FELICI




Cari amici,
a volte è difficile trovare cose per cui essere contenti. Sono le piccole cose che possono darci felicità, sembra forse banale ma non lo è. Ecco un piccolo elenco di cose che possono farvi felici, che ne dite di aggiungere le vostre con un commento?

Una giornata di sole
I primi fiori di primavera
La prima farfalla
Il canto timido di qualche grillo
Una passeggiata con il proprio cane
Una carezza ad un micio
Del tempo con le persone che si amano
Leggere qualche pagina di un libro
L'orchidea di casa che sboccia
Scrivere (per chi ama farlo)
Finire un progetto (e pensarne di altri)
Donare qualcosa a qualcuno
Regalarsi qualcosa, specie quando non lo si fa mai!

Ecco una piccola lista, che ne dite di continuarla voi? 

Un sorriso e, se volete, leggetemi nel libro Agata.Come un funerale ti salva la vita.

Agata  

Nb. In settimana qualche altro estratto del libro e grazie mille per le oltre 3 mila visualizzazioni!!! 

lunedì 3 aprile 2017

L'ETERNA STAFFETTA PARTIGIANA, ESTRATTO DAL LIBRO AGATA

La signora Clementina, infatti, aveva un padre partigiano e aveva chiesto di poter partecipare anche lei, di dare il suo contributo. Inizialmente il padre non ne voleva sapere ma poi, vista l'insistenza della figlia, con gli altri capi partigiani aveva deciso di affidarle dei compiti da staffetta partigiana: in sella alla sua bicicletta la signora Clementina, nome da partigiana Osvalda (Agata non aveva mai capito perché i partigiani, molte volte, si fossero “battezzati” con nomi tanto assurdi) portava messaggi cifrati, recapitava pacchetti, forniva notizie.
Non era un compito facile, perché doveva pedalare anche in montagna, e soprattutto era pericoloso perché c'era sempre il rischio di essere perquisita e fermata dal nemico, cosa che, però, non avvenne mai. Forse per il suo aspetto gracile, che la faceva sembrare più piccola di quanto non fosse, al nemico non doveva sembrare possibile che quella bimbetta costituisse un pericolo.
La signora Osvalda era fiera di ciò che faceva e nonostante il pericolo, o forse proprio per quello, non rifiutò mai un compito che le era stato assegnato da qualche partigiano. Alla fine della guerra suo padre e gli altri partigiani le resero merito assegnandole un compenso simbolico, una nuova bicicletta e una pergamena, tipo un attestato, che spiegava il suo ruolo nella Resistenza.
La signora Osvalda era felicissima, ma quando si ritornò alla vita di tutti i giorni, capì che la staffetta partigiana era stata solo una parentesi, che ora tutti si aspettavano che le donne tornassero a fare le donne. E basta. Solo che la signora Osvalda non era il tipo da fare “solo la donna”, sicché, mentre cresceva e diventava adulta, mentre era riuscita a diventare maestra, dall'altro non si rassegnò mai alla fine della sua vita da staffetta.
Così, impose a tutti di chiamarla sempre Osvalda e mai più Clementina e con la bicicletta nuova avuta in dono dai partigiani percorreva più volte alla settimana gli stessi sentieri sui monti e in generale gli stessi percorsi che aveva fatto molte volte durante la guerra. Era arrivata al punto di scrivere messaggi per gente che non esisteva, messaggi assurdi che parlavano di appostamenti, munizioni, operazioni segrete...